06 May 2013

Cronaca della lotta per la salute e l`ambiente contro l’inceneritore di Cologna Veneta

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La storia dell`inceneritore di Cologna Veneta ha inizio intorno alla fine del 1999 quando la società Ecoidea chiese il permesso di costruire l`impianto alimentato a CDR (combustibile da rifiuti) capace di generare una potenza di 3,3MW. L`energia così prodotta era destinata all`autoconsumo del vicino mangimificio di proprietà della stessa Ecoidea.

Ottenuti i permessi preliminari della Regione e del Ministero dell’Industria, Ecoidea necessitava  ancora del parere favorevole del Comune di Cologna Veneta per concludere l`iter autorizzatorioma per ottenerlo dichiarerà di bruciare solamente carta cartone e legno anzichè CDR .

Il cogeneratore "Ecoidea" di Cologna Veneta

Il cogeneratore “Ecoidea” di Cologna Veneta

Dopo aver ottenuto il via libera alla prima linea di incenerimento nei primi mesi del 2000 la società Ecoidea chiese anche l’autorizzazione per la costruzione di una seconda linea di incenerimento al fine di raddoppiare la potenza.  Intanto nel Comune di Cologna Veneta parte della maggioranza si sfaldava causando la fine dell’amministrazione Poli.

L`ex sindaco non si arrese e con la complicità dell’allora segretario Comunale De Mori rilascio` un secondo parere favorevole all’impianto retro-datando il documento. L`ex Sindaco e l’allora segretario comunale saranno condannati in via definitiva per falso.

La nascita del Comitato

Si costituì un primo comitato di Cittadini composto anche da ex consiglieri che avevano fatto cadere l’amministrazione e dalla sezione locale del WWF con l’allora segretario Roberto Flangini.

La Manifestazione del 31/10/2004

La Manifestazione del 31/10/2004

Nel 2001 la nuova amministrazione comunale guidata dal Sindaco Damiano Vedovato, decise di assumere l’ex magistrato Antonio di Pietro come avvocato del Comune nella causa intentata contro gli ex amministratori e funzionari comunali infedeli. Ecoidea, forte delle autorizzazioni ricevute si oppose alle azioni legali dalla nuova amministrazione Vedovato e costrui` l`inceneritore.

Nel 2004 durante un drammatico Consiglio Comunale l`amministrazione comunale chiese ai Cittadini di intervenire. Da questo grido d’aiuto si costituì il nuovo Comitato Contro il Cogeneratore composto da Cittadini con estrazioni culturali e politiche eterogenee. Il Comitato era supportato da Legambiente e da numerosi tra scienziati e tecnici di fama nazionale tra cui il Prof. Gianni Tamino dell’università di Padova, il Prof. Federico Valerio dell’istituto Tumori di Genova, il consulente del WWF Geremia Bonan e Pierluigi Salvador responsabile WWF Veneto per i rifiuti e le politiche energetiche.

Abbiamo costituito il comitato perché crediamo che la salute è il bene più prezioso e vale la pena battersi per non metterla ulteriormente a rischio e salvaguardare il nostro territorio per benessere dei nostri figli.

L`obbiettivo primario del Comitato era di rendere consapevoli i cittadini di Cologna che la salute, l `ambiente ed il loro territorio stavano correndo un grave pericolo. In pochissimi mesi vennero raccolte e consegnate nelle mani dell’allora Presidente della Provincia di Verona prof. Mosele più di 4200 firme contrarie all’impianto.

I primi successi

Il Comitato promosse varie iniziative tra le quali va ricordata l’occupazione simbolica della sede del Consiglio Provinciale di Verona durante la quale con l’aiuto dell’allora Consigliere Provinciale Giorgio Scarato fu possibile ottenere una deliberazione che escluse il territorio colognese dall’insediamento di impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti.

Il Consiglio Provinciale del 27 ottobre 2004

Il Consiglio Provinciale del 27 ottobre 2004

A livello regionale una maggioranza trasversale di politici prese atto della situazione ed elimino` dal piano regionale rifiuti la seconda linea di incenerimento Ecoidea.

Il Comitato e l`allora presidente di Legambiente Verona Michele Bertucco spinsero l’amministrazione Vedovato affinché  assumesse un tecnico di fama nazionale quale l’ingegnere Paolo Rabitti, consulente del giudice Casson nel caso dell’inquinamento di Porto Marghera nonché consulente della procura napoletana per l’emergenza rifiuti e l’avvocato Fausto Scappini anch’egli esperto in questioni amministrative legate a problemi ambientali e consulente di Legambiente Verona.

Con un serie di azioni di carattere sia penale che civile intraprese da più professionisti, da citare in particolar modo l’avvocato Enrico Varali, si giunse fino al sequestro dell` impianto.

L`annullamento delle autorizzazioni

L`inceneritore verrà in seguito dissequestrato senza riuscire mai ad entrare in funzione se non per brevi periodi, vista anche l’assoluta inidoneità strutturale dell’impianto stesso definito curiosamente come “un gioiellino” dall`assessore all’ambiente della Regione Veneto Conta.

Nel 2006 la nuova Amministrazione Comunale ed il Sindaco Silvano Seghetto proseguono nell’azione di contrasto all’inceneritore.

Dopo una serie innumerevole di ricorsi e controricorsi si giungerà ad apporre la parola fine sulla vicenda nel 2008 quando il Consiglio di stato dichiarerà la nullità delle autorizzazioni ricevute dall’impianto.

Questa battaglia testimonia che sulle questioni fondamentali come quelle riguardanti la salute, l’ambiente e il territorio, i Cittadini  possono vincere anche contro i cosiddetti poteri forti.

Piergiorgio Boscagin

 

Per approfondimenti consulta il sito del Comitato.

 

 

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